lunedì 21 marzo 2011

Mazel vs i 150 anni e un momento tutto per sè

- Mazel, in questo periodo sei cambiata un sacco - mi ha detto l'amica C. venerdì sera, forse già in preda ai fumi dell'alcol dopo il primo mezzo cocktail. Ma in fondo non  c'abbiamo più l'età , amica mia, bisogna rassegnarsi.
Però, in effetti, è vero. E tralasciamo il taglio di capelli e i vestiti nuovi, che sarà colpa della primavera. Ma tutta una serie di miei comportamenti mi fa sentire una persona nuova. Una volta (non molto tempo fa), per il giorno di festa che il caro Napolitain ci ha regalato, avrei preso baracca e burattini e me ne sarei corsa dall'Ammoremio tra i monti o da mammà, pronta con tutte le provviste settimanali. E invece no. Tiè. Me ne sono rimasta a Torino.

 Mercoledì sera ero tra quelle migliaia di folli che, in barba alla pioggia e al vento, passeggiava per ore per il centro in attesa non si sa bene di cosa. 
Così, tra i danzatori risorgimentali che minacciavano di schiacciarmi contro una colonna se non mi fossi spostata, le corse dei bersaglieri, le code in un baretto di piazza Carlina, i telefoni che non funzionavano, il delirio di migliaia di persone che non trovavano altre persone, gli spintoni di via Po e i fuochi sotto una pioggia scrosciante (in una situazione logistica a dir poco precaria sull'orlo del Po), ho passato un'allegra e piacevole serata con qualche amico che non frequentavo da tempo. di Vecchioni non ho visto manco la punta dei capelli, ma credo che sopravviverò.


Il mattino dopo, invece di alzarmi presto e correre in stazione, per andare a regalare il mio tempo a qualcuno dei miei cari, ho deciso di regarlo a me stessa.
Mi sono svegliata con calma, ho preparato i cereali con il latte e accolto la mia amica M. che passava per caso sotto casa mia. Le  ho offerto spremuta d’arancia biologica e un paio di chiacchiere frivole. Poi, ho curata la mia casa: proprio lei, la mansardina, perennemente trascurata e usata come luogo di passaggio, è stata tirata a lucido e ha ricevuto pure un mazzo di fiori.
Ho passato il mio giorno di festa a guardare la seconda serie di Dexter e a visitare la GAM con l’amica Lisa, che non vado mai anche se abita a quattro fermate da me , chiacchierando di cose serie e di cose frivole, del futuro, del passato, degli amici e dei viaggi.
Poi, senza nessuna fretta di dover fare centinaia di chilometri, di prendere treni, di arrivare tardi, di mettere la roba in frigo, di accendere il riscaldamento, di quante valige hai?, me ne sono tornata a casa. Semplicemente così. Due passi e sei arrivata.

Questo post è per quelli come me, che passano la vita divisi tra due, tre, enne posti. Voi là fuori, sappiate che ogni tanto prendersi il proprio tempo è obbligatorio.









1 commento:

  1. Io, che mi sono divisa per anni tra la mia città e Torino, e poi tra Torino e Lisbona, e solo da poco sono tornata qui e nonostante fisicamente sia nello stesso posto mi divido tra due lavori e una casa da mandare avanti...
    Approvo e condivido.
    :)

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