Esistono due modi per organizzare un viaggio.
Il primo prevede due persone. Una di queste - che chiameremo amichevolmente il “decisore” - si occupa di tutta la parte organizzativa. Parte con l’analisi della letteratura sulla meta del viaggio con circa tre mesi di anticipo, si informa sull’alloggio e i trasporti, stila un piano d’azione. Poi riferisce all’altra persona - che chiameremo, invece, il “follower” - la quale, per sua natura intrinseca, accetterà tutte le decisioni del decisore e, se questo è particolarmente abile, crederà di aver svolto un ruolo importante in tutto il processo organizzativo. Questo si verifica soprattutto nel caso in cui decisore è femmina e il follower è maschio, perché, per citare un famoso film, “l’uomo è il capo, ma la donna è il collo”.
In questo primo caso, tutti i particolari vengono fissati con un buon anticipo e il viaggio si svolge secondo i piani del decisore e con un discreto grado di successo.
Il secondo prevede due persone + N aggiunti. In questo caso il decisore tenterà di interpretare il suo ruolo, ma raramente ci riuscirà. Infatti avere a che fare con un numero di follower superiore a uno è particolarmente stancante e potrebbe rivelarsi impossibile se questi non accettano il ruolo di follower , credendosi, invece, decisori. In questo caso nessuno studierà il percorso, l’alloggio, i trasporti. Non ci sarà nessun piano di marcia e l’intero viaggio cadrà nell’abisso della confusione e dell’indecisione. In questo caso, l’insuccesso del viaggio è davvero molto probabile.
Fatta questa premessa, devo confessare che da qualche anno desideravo intensamente andare a New York. Come forse avrete capito, nella mia coppia il decisore sono io e preparavo i dettagli di questo viaggio quando ancora non c’era nessuna speranza che io ci riuscissi veramente ad andare.
Poi, la svolta.
Questo Natale, approfittando di una promozione di Alitalia, io e Marco abbiamo rinunciato a farci il regalo e abbiamo comprato due biglietti per New York. Per la settimana del mio compleanno. Un momento di silenzio per contenere la gioia, prego.
Questa poteva realmente essere l’apoteosi della modalità uno e il viaggio stesso rischiava seriamente di tendere alla perfezione.
Ancora un momento di riflessione, prego.
In più, un paio di amici americani che non vedo dai tempi dell’Erasmus hanno deciso di fare una gita a New York di un paio di giorni per il mio compleanno.
...
E invece.
Invece, sapete com’è, in questi mesi ho esternato la mia felcità per questo viaggio al mondo intero (tranne al mio capo, ma questa è un’altra storia). Un bel giorno, ricevo una mail dalla sorella di Marco. Più o meno diceva:
“Abbiamo prenotato per New York la stessa settimana vostra. Sei contenta?!” Ora rileggete questa frase con la voce di uno a scelta tra i Teletubbies. Il noi a cui faceva riferimento prevede: lei, la sorella di Marco, che chiameremo “Sister (S)”, il suo fidanzato, che chiameremo “Brother-in-Law (BL)” e il fratello di Marco, che chiameremo “Brother (B)”, componenti del fantastico trio S-B e BL.
Ora, io non ho nulla contro il fantastico trio. Diaciamo che, quando siamo seduti alla stessa tavola per il pranzo domenicale, possiamo anche inoltrarci in quanche conversazione simaptica e leggera. Punto. Nel senso che non abbiamo alcun tipo di interesse in comune.
Questa, in gergo, si chiama situazione ostica. Perché a te, questa intrusione nel tuo idilliaco programma, le fa girare fino al punto di fumo, però mica lo puoi dire all’ammore tuo; in fondo sono i suoi parenti. La sorellina-sua-bella. Quindi incassi e fai la tipica faccia da piemontesefalsoecortese. Ma intanto lo sai, oh, se lo saaaai, che tutto finirà a schifìo.
Così ho continuato come un caterpillar nel ruolo del decisore. Ho pensato di applicare la regola evergreen del “trasforma i tui punti di debolezza in punti forza” e ho deciso di sfruttare il maggior numero di partecipanti per affittare un appartamento a Manhattan. Ho girato mille agenzie specializzate e trovato un appartamento grande a un prezzo stracciato. Ma a S-B e BL la cosa non stava bene. S, infatti, aveva guardato su internet e addocchiato un albergo di fronte all’Empire State Building con i letti a baldacchino. Sìììì, io voglio il letto a baldacchino! Con buona pace del risparmio.
A me la cosa non sta bene e adotto la strategia del musolungo con Marco. Lui un po’ capisce, ma nel perfetto ruolo del follower, riesce solo a rimandare la decisione.
Io cerco altre soluzioni, ma forse Marco riceve musilunghi anche dall’altra parte e nessuno riesce a imporre il proprio dominio.
Così gli espongo in maniera quasi-calma il mio problema e gli dico di occuparsene lui. Da manuale. L’ho letto sul Cosmopolitan.
Finché un giorno lui mi dice: “Dovresti darmi 550 euro che abbiamo prenotato il Letto a Baldacchino hotel”.
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Sostiuite ai puntini un sacco di grida e improperi e pianti e grida.
E siamo solo all’inizio. Il mio viaggio dei sogni si trasfrmerà in un viaggio di merda.
WTF
om pazienza ommmmm!
RispondiEliminaNon e` assolutamente facile mettersi d'accordo per un viaggio e per tutte le decisioni che comporta, quindi ti capisco in pieno, ma resisti!
Sono appena tornata da NY, e` splendida, non farti rovinare la vacanza!
Hug
noi alla fine abbiamo cambiato meta...
RispondiEliminama questa non puo' essere la tua soluzione!
in bocca al lupo
hari om!
Benvenute a entrambe! Direi che raggiungerò presto la pace dei sensi con tutta questa meditazione...
RispondiEliminaMi hai fatto troppo ridere, anche se la situazione è davvero difficile. Ma senti ... quando sei a NY, potete dividervi, e ognuno va dove vuole, non siete una scolaresca in gita!
RispondiEliminaciao mammachegiochi! benvenuta! per new york parto sabato... vi farò sapere, ma secondo me ci sarà da ridere (o da piangere.. .a seconda dei punti di vista). Partecipa anche tu al mio giveaway se ti va!
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