martedì 8 marzo 2011

Mazel vs il Destino

Quattro ragazze fresche delle loro feste dei diciotto anni erano partite con il treno-notte per la loro prima vacanza da sole. Andavano in Sicilia per tre settimane. Avevano affittato un appartamento di fronte al mare, in Sicilia, e le loro giornate erano riempite dalla spensieratezza, dalla gioia di vivere, dalla vita che avevano davanti. Andavano in spiaggia ridendo, con il venticello caldo di luglio che muoveva i loro prendisole colorati, e una aveva anche un cappello di paglia come vorrebbe la sceneggiatura di un film. Giocavano a fare le donne, a tenere pulita la loro prima casa, a cucinare, a stare sveglie fino all'apertura del forno all'angolo. La loro casa era piena di musica e di verdure regalate.

Poi, una domenica mattina, era arrivata una notizia orribile. Un caro amico di una di loro -e quindi, per l'osmosi in cui vivevano allora, un caro amico di tutte- era morto nella notte in un brutto incidente stradale. Quella sensazione metallica di vuoto nel cuore, di impotenza, di lutto, era entrata in quella casa sul mare e aveva dato una nota di tristezza a tutta la vacanza.
Nella disperazione del momento, quell'amica più amica aveva telefonato a Carlo, il migliore amico del ragazzo scomparso, per sapere com'era andata, per avere ancora un contatto con quello-che-era-prima. Lui, in lacrime, le aveva raccontato che quella mattina aveva saputo che era morto qualcuno del paese e aveva immediatamente telefonato al suo amico per dirglielo. Gli aveva risposto la madre e gli aveva detto tutto. Poverino, era devastato.

Tra quelle amiche c'era Mazel e ogni volta che rivedeva Carlo in giro si intristiva, pensando a quel brutto ricordo. Si è sempre chiesta, anche a distanza di anni, come fosse la sua vita senza di lui. Quanto fosse ancora disperato. Come avesse fatto ad andare avanti. Cosa pensasse della morte e del fatto di essere sopravvissuto al suo compagno di avventure. Qualcuno le aveva anche raccontato che Carlo teneva una foto dell'amico sul cruscotto della macchina e questa cosa le faceva stringere il cuore.

Domenica Mazel era a pranzo dai suoi genitori. Ogni volta che riceve uno di quei messaggini con le ultime notizie, suo padre li legge ad alta voce e li commenta. Erano a tavola e la notizia della slavina ad Oropa non forniva molti spunti per intavolare una discussione, così la notizia era stata ascoltata e archiviata.

Sotto quella slavina, però, è morto Carlo. Il ragazzo dai dread biondi, l'amico sopravvissuto all'altro di soli nove anni. E a Mazel si affollano ancora in testa tutte quelle domande. Ciao Carlo. Chissà cosa fate voi due, di là.




3 commenti:

  1. questo post mi ha lasciata di stucco perché un mio amico è morto per un incidente stradale tanti anni fa. Asfalto bagnato, di notte, un piede sull'acceleratore...Il suo più caro amico la mattina del funerale piangeva come un bambino. Doveva esserci anche lui in macchina quella maledetta sera e solo per un imprevisto non era più andato. Cinque anni più tardi, stessa dinamica: asfalto bagnato, di notte, un piede sull'acceleratore. E il più caro amico non ce l'ha fatta. Anche io mi chiedo, spesso, cosa faranno quei due di là...

    RispondiElimina
  2. Ciao, sono BabySil86 del blog La Ragazza con la Valigia, di Splinder. So che mi seguivi e quindi volevo segnalarti che ho aperto un nuovo blog di viaggi, stavolta su blogger.
    Mi trovi all'indirizzo:
    http://thegirlwiththesuitcase.blogspot.com/
    Mi sono aggiunta ai tuoi follower, se ti va seguimi!
    Silvia

    RispondiElimina
  3. Leggo solo ora il post che ho commentato prima, ti chiedo scusa.
    Conosco bene Oropa, io sono di Biella. E conosco un ragazzo che si è salvato e che era lassù con quei due ragazzi che invece non ce l'hanno fatta.
    Non ci sono parole.

    RispondiElimina