Piazza Vittorio, ore 22. Mazel e la sua amica M. se ne stanno fuori da un locale e sbirciano l'interno dalla vetrina. Qualche giorno prima M. aveva scritto su facebook una frase un po' sibillina, che più o meno diceva così: "Mazel, dobbiamo andare al locale X. Capirai da sola".
Mazel, in quel locale, ci era stata qualche sera prima e ricordava con estremo piacere un barista moro belloeimpossibile che le aveva servito da bere. Sul momento aveva pensato che l'alcol le avesse fatto qualche strano effetto, ma, conoscendo la M., non poteva riferirsi ad altro e, par conséquent, il barista era bello davvero.
Dopo quattro chiacchiere si scopre che il barista puntato da Mazel e quello puntato da M. non coincidevano, ma tanto non c'è l'ombra né dell'uno né dell'altro. Al bancone c'è, però, quello che chiameremo il Barista-terzo che, guarda caso, piace alla coinquilina di M., Silvia, che è casa a preparare un esame. Mazel e M. si siedono, ordinano un caffé e scrivono un sms a Silvia, così, per prenderla un po' in giro sulla sfiga mondiale che la colpisce.
A quel punto succede qualcosa di inaspettato. Silvia chiama M. e la prega di lasciare un biglietto al Barista-terzo con il suo numero di telefono. Forse fa sul serio, perché una volta aveva passato un'intera serata appoggiata a un bancone a guardare un tizio con occhi da pesce, appoggiando il mento sul palmo della mano su cui aveva scritto il proprio numero di telefono. Che a fine serata si era rivelato sbagliato.
M. prepara un bigliettino e, al primo passaggio del barista-terzo, lo ferma:
-ciao, un'amica che stasera non c'è vorrebbe conoscerti. chiamala.
ottima interpretazione da femme fatale, non c'è che dire. Messaggio di missione compiuta a Silvia e la serata continua. Dopo una decina di minuti una tizia si presenta al tavolo e fa a M.:
-sei tu che gli hai lasciato il numero?
Oddio. Ecco la fidanzata gelosa, che ora prenderà M. per i capelli senza lasciarla proferire parola. Mazel dovrà aiutarla, ma a quel punto salterà fuori che la fidanzata fa parte di una banda di assassini e Mazel e M. dovranno entrare in un programma testimoni.
- sono la proprietaria del locale.
Oddio. Verranno cacciate dal loro tavolo e denunciate alle autorità competenti per molestie sessuali su un luogo di lavoro.
- mi dispiace cara, ma è gay.
Oddio. Ora i gay hanno persino qualcuno che cura le loro pubbliche relazioni con l'altro sesso.
A quel punto succede qualcosa di inaspettato. Silvia chiama M. e la prega di lasciare un biglietto al Barista-terzo con il suo numero di telefono. Forse fa sul serio, perché una volta aveva passato un'intera serata appoggiata a un bancone a guardare un tizio con occhi da pesce, appoggiando il mento sul palmo della mano su cui aveva scritto il proprio numero di telefono. Che a fine serata si era rivelato sbagliato.
M. prepara un bigliettino e, al primo passaggio del barista-terzo, lo ferma:
-ciao, un'amica che stasera non c'è vorrebbe conoscerti. chiamala.
ottima interpretazione da femme fatale, non c'è che dire. Messaggio di missione compiuta a Silvia e la serata continua. Dopo una decina di minuti una tizia si presenta al tavolo e fa a M.:
-sei tu che gli hai lasciato il numero?
Oddio. Ecco la fidanzata gelosa, che ora prenderà M. per i capelli senza lasciarla proferire parola. Mazel dovrà aiutarla, ma a quel punto salterà fuori che la fidanzata fa parte di una banda di assassini e Mazel e M. dovranno entrare in un programma testimoni.
- sono la proprietaria del locale.
Oddio. Verranno cacciate dal loro tavolo e denunciate alle autorità competenti per molestie sessuali su un luogo di lavoro.
- mi dispiace cara, ma è gay.
Oddio. Ora i gay hanno persino qualcuno che cura le loro pubbliche relazioni con l'altro sesso.
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