Gli alpini mi sono sempre stati simpatici, soprattutto quando, ogni anno, alla festa di Sant'Orso ad Aosta, vado a prendere il vin brulé e il coro delle Penne Nere immancabilmente intona una canzone strappalacrime che dice: tu, tu che sei la vita mia... tornerò, tornerò... e intanto la seconda voce fa: il tempo vola aspettami.... e io piango sempre un po'.
Gli alpini lo scorso week end hanno invaso Torino e io, trulla trulla, andando a fare l'aperitivo all'Imbarchino, mi sono ritrovata stupita in mezzo a un accampamento di gente con divise della seconda guerra mondiale. Da allora è stato il delirio. C'erano alpini che suonavano strumenti mai visti, alpini che cantavano, alpini che correvano, alpini che mangiavano, alpini che bevevano, alpini che ti facevano serenate al semaforo. Sembrava di essere nella comunità dei puffi, dove ce n'è uno per ogni caratteristica.
Gli alpini, qui a Torino, si sono portati mezzi di locomozione piuttosto fantasiosi. Vorrei dare il mio primo premio personale alla vecchi giulietta dipinta in tricolore con due postazioni di guida, una davanti e una dietro, così non devi fare mai inversione. A pari merito con le tre biciclette unite in parallelo da due assi, uno davanti e uno dietro, dipinte una di rosso, una di bianco e una di verde.
Gli alpini qui a Torino hanno bevuto un bel po' e spesso cercavano di caricare con la forza sui loro carri giovani fanciulle contro la loro volontà. Ho visto l'amica di un'amica rotolare in piazza Vittorio perché, chissà come mai, non voleva salire. La gente intorno però rideva e a nessuno è venuto in mente di considerarlo un tentato stupro, una specie di ratto delle sabine.
Gli alpini si sono presentati qui a Torino lo stesso giorno dell'inizio del Giro d'Italia, dello spettacolo delle frecce tricolore e di un po' di altre cose. Ovviamente la GTT aveva pensato di organizzare un bello scioperetto del venerdì per l'occasione, ma gli alpini li hanno fatti desistere.
Gli alpini mi hanno fatto letteralmente morire dal ridere quando hanno preso la mia collega la nappi, l'hanno accerchiata e le hanno cantato la canzone delle mutandine nere di seta, che metti per andare a ballare, a ballar a ballar, a ballare a Milazzo, dove ti faro vedere il mio ca.......ro mandolin.
Vorrei ringraziare gli alpini, perchè grazie a loro, ho affittato casa mia a degli amici alpini e presto mi comprerò un bel paio di scarpe nuove.
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