giovedì 13 gennaio 2011

Mazel vs Parigi

Un paio di anni fa, per quasi otto mesi, ho vissuto a Parigi.


All'inizio è stato un dramma. Dopo i primi giorni di euforia, mi sono trovata ad affrontare le prime difficoltà burocratiche, a seguire le lezioni, a fare la spesa con all'attivo un livello di francese in stile "oui, je suis Catherine Deneuve". 
Ho pianto nel mio appartamento-buco del VIIeme arrondissement, e sono tornata a casa per un weekend. Sono uscita con i miei amici di sempre nel solito squallido posto e, improvvisamente, quell'autunno della provincia piemontese mi è sembrata la cosa più bella del mondo. Uno mi ha detto: "Scusa?! vivi a Parigi?! E cosa diavolo ci fai qui?"

Poi sono tornata a Parigi. Ho imparato quel po' di francese che mi consentisse di comunicare e le cose non sono state poi così male. Ma quando mia madre mi chiedeva com'era vivere lì, io le rispondevo che la vita era uguale, solo che lì c'era la tour eiffel.

Un giorno, però, sono uscita di casa per andare al Bon Marché. Era novembre, il mese che detesto di più in assoluto, però c'era un di sole e io ero in sella a una velib. All'angolo tra boulevard des Ivalides e rue des Sévres, ho senitito una cosa strana, come le farfalle nello stomaco. Ero innamorata. ma di chi?

Quel pomeriggio ho accompagnato un amico da Gibert Joseph in boulevard Saint Michel .E ancora quelle farfalle. Il giorno dopo a Montparnasse ancora. Ero innamorata persa di quella città. L'amavo alla follia. 

Sono state settimane di amore folle. Poi ho contato i giorni che mi rimanevano da trascorrere con lei e ho passato i mesi seguenti a prepararmi a quel distacco.

Ecco, trovo di aver fatto un'emerita cazzata. 
E Parigi mi manca vachément.

2 commenti:

  1. Bellissima esperienza. Leggerti è stato come rivivere quanto ho vissuto io a Barcellona. Non sono mai stata a Parigi. MI hai emozionato.

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  2. Mi è successa la stessa cosa con Lisbona, cinque anni fa. Le lacrime, la voglia di tornare al mio paesino piemontese, e poi l'amore folle per quella città e l'inevitabile distacco.
    Non torno a Lisbona da due anni e mezzo.
    Quanto mi manca.

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