martedì 14 giugno 2011

Quello che vorrei

Caro Babbo Natale,

quello che vorrei, è il teletrasporto. Questa volta davvero, non come quando desideravo la casa di Barbie e poi subito dopo la macchina di Ken. E se il teletrasporto non è disponibile, vorrei un sistema di mezzi di trasporto efficiente e economico. Ti prego Babbo Natale, ne ho bisogno davvero. 


Sai Babbo Natale, io e il mio fidanzato viviamo a un centinaio di chilometri di distanza. Non è molto penserai, ma, per vederci tutti i weekend, dobbiamo spendere, tra benzina e autostrada, 35 euro a tratta. Sì Babbo Natale, hai capito bene, sono 70 euro ogni settimana. Esiste un’alternativa, ma l’alternativa è impiegare tre ore sulle ferrovie dello Stato e, caro Babbo Natale, qui in Italia significa sapere quando parti ma non quando arrivi. In più, quest’anno, hanno soppresso la metà dei treni e aggiunto due cambi.

Caro Babbo Natale, io ho appena accettato un nuovo lavoro. Sottopagato, ma era quello che desideravo fare da sempre. Caro Babbo Natale, io però non mi sento felice, perché mi firmando questo contratto mi sembra di firmare una condanna. Alla lontananza e al pendolarismo. Allo spreco di soldi e all’inquinamento. Ma accetterò tutte queste cose di buon grado, finché non vorrò farmi una famiglia e mi rassegnerò al trasferimento. Finirò per fare la casalinga e avrò sprecato anni di studio e sacrifici, di lontananza, di solitudine e lunghi viaggi in treno.

E non mi sembra giusto. Caro Babbo Natale, ti prego, regalami delle nuove ferrovie.

3 commenti:

  1. L'hai preso con ampio anticipo, quest'anno, il vecchio! Chissà che non riesca ad esaudirti... certo: non è poco quel che gli chiedi! Dici che le ferrovie c'entrano nel saccone? ;)

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