venerdì 28 ottobre 2011

Bello come il sole

La prima volta è successo in ascensore.

Non pensavo di essere quel genere di persona lì, e invece anche io mi sono trasformata in un "individuo superficiale e un po' volgare", come direbbero i miei colleghi radical chic.

La prima volta, dicevo, ero nell'ascensore del mio palazzo. Avevo schiacciato il tasto della chiamata e stavo sperando che arrivasse presto, perchè dallo studio del dentista stava per uscire un paziente, che si sarebbe di certo fermato sulla soglia per i saluti e  io avrei dovto aspettarlo. Speravo di batterlo sul tempo. E poi ero pure al telefono: se fossi stata beccata in flagrante, il mio gesto poteva sempre essere scambiato per distrazione e non per maleducazione.
E invece l'ascensore arriva e il paziente si fionda fuori per farmi segno di aspettarlo.
Lo conosco. Ma non riesco a mettere a fuoco chi sia. Come quando s'incontra un vecchio compagno di scuola, la cui immagine è stata fissata nel tuo cervello da mesi e mesi di frequentazione quotidiana e poi non si è visto mai più.
Sale con me nel cubicolo e iniziamo la lenta discesa verso terra. Io me ne sto li al telefono, finchè il mio cervello non mi manda una scarica elettrica: "sveglia! sei a due centimetri da Gigi Buffon!". Improvvisamente smetto di parlare e riattacco.
Era bellissimo. Prima di allora non avevo mai pensato che fosse bellissimo, anzi. Alto, atletico, ben vestito ma non appariscente. Gli occhi chiari (di certo non infossati come gleli fa apparire la tv impietosa). E la pelle. Leggermente abbronzato e luminoso. Una luce bellissima, quasi trascendentale.
Niente. Mi sono innamorata. Poi, ovviamente, lui è sceso e se n'è andato e io sono rimasta lì  a bocca aperta spiegare perchè avevo riattaccato così.

Da allora ho sviluppato un nuovo senso.
Io non conosco i volti dei giocatori. Certo, se il portiere della nazionale mi si piazza lì per tre lunghiiiisssimi minuti può anche succedere che io lo riconosca.  Ma gli altri, zero.

Però.

Una mattina, andando al lavoro, un bambinetto sudamericano mi da un colpo con lo zaino. Lo guardo male ma lui manco se ne accorge; allora guardo male il padre. E' giovane, ha una brutta tuta e un cappellino. E' bellssimo e anche lui è... luminoso. Come un faretto.
Corro in ufficio e racconto tutto alla mia collega, la quale mi mostra lo screensaver della juve e io lo riconosco in Amauri.

Sono diventata bravissima. Con il metodo della luce diffusa ho rconsciuto Candreva al bar e Matri per strada, pochi minuti fa.
Loro passano, mi illuminano e io cado letteralmente in amore come una ragazzina in crisi ormonale.

Cari giocatori, dopo l'avvistamento io vi seguo e tifo per voi come il più convinto degli ultrà; avete guadagnato la mia fedeltà solo passandomi accanto. Ma vi prego, ditemi da che estetista andate.

5 commenti:

  1. ma dove li trovi tutti 'sti giorcatori a Torino? Io in 2 anni non ne ho avvistato manco uno, non è giusto! :-( dimmi dove abiti che mi piazzo sotto casa tua qualche ora al giorno, eheh!

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  2. La bellezza rende buoni, ma anche gli ormoni fanno la lor parte. Meno male, siamo ancora vivi nonostante tutto.

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  3. ^_^ e l'hai scoperto da che estetista si serve la prima squadra?

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  4. Caspita le notifiche dei commenti mi arirvano sempre dopo secoli!
    Comunque le statistiche dicono che la maggior concentrazione di calciatori sia stat apercepita in via Roma angolo via Gramsci.
    Posizionarsi lì per credere!

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  5. perfetto, ci farò caso d'ora in poi! ;-)
    ps: grazie x i complimenti sulla mia rubrica!

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