martedì 19 aprile 2011

Mazel vs il Parrucchiere Low Cost

Ore 19: Avvistata Mazel con un flacone di shampoo bagnato sul 61.  Canticchia e si specchia nel finestrino dell'autobus.

Antefatto 1 - Giovedì scorso

Tornata al lavoro dopo una settimana di ferie presa di straforo, mettendo alle strette il mio capo, un giorno della scorsa settimana vengo collocata nel suo ufficio. Ecco, adesso mi cazzuolerà per bene, penso. 
E invece no. Sono stata prescelta per andare in trasferta a Bologna, compito ambitissimo da tutto l'ufficio.
- Mmmm. Adesso mi prendo una settimana di ferie e dico al capo che vado in Africa. Magari poi manda a Roma . mi dice la mia cara collega la nappi.
La partenza è fissata per domani.

Antefatto 2 - Sabato scorso.

- Mazeeel, vieni al lavatesta! Ma questo taglio è da sistemare. Oh ma che roba. Guarda che punte.
- Eh lo so, ma volevo farli crescere...
- Ma no ma no. Lascia fare a me.

Esco dal parrucchiere con 20 cm e 5 kg i capelli in meno. A prima vista mi viene da piangere. Sembro la lampadina di Archimede. Poi mi guardo nello specchio retrovisore della macchina, un po' mi piaccio. A casa guardo meglio e mi piaccio un sacco. Quel giusto mix tra anima rock e bon ton.
- Bisogna vedere se riesci a farti la stessa mi piega da sola - mi dice la mia cara collega la nappi - Quand'è che devi andare a Bologna?

Oggi pomeriggio

E così, dovendo andare domani a Bologna, possibilmente non con i capelli a cespuglio di insalata, oggi pomeriggio ho fatto una cosa che volevo fare da un po', ma non ho mai trovato il tempo-la voglia-il coraggio di fare. Sono andata da un parrucchiere cinese.
Avevo letto un po' di cose su internet. Sono bravissimi, ti rovinano i capelli, usano i prodotti l'oréal, riepiono i flaconi con sangue di tigre, sciolgono i loro parenti e ci fanno il balsamo, ci vado sempre ma niente piastra mi raccomando. E ho pensato: machissenefrega, vado a provare. A una condizione: mi porto i miei prodotti. 

Questa mattina mi sono infilata in borsa il mio shampoo Sephora e per strada mi sono inventata un po' di storie da raccontare al cinese per giustificarmi. Tipo: uso solo shampoo senza parabeni, il vostro ce li ha? Il dermatologo mi ha prescritto questo shampoo (see..... della Sephora, quando mai!), sono allergica  ai prodotti l'Oréal, questo è l'unico che sopporto... E via così.
Entro nel negozio pronta a snocciolare queste scuse. Nessuno mi saluta; il tipo alla cassa mi fa segno di sedermi sul divanetto ( e se avessi voluto solo prendere un appuntamento?). Mi guardo intorno: E' un negozietto semplice, abbastanza pulito. Alle pareti, invece dei soliti poster Kérastase, foto di modelle cinesi ben pettinate.
Lo shampista mi fa segno di andare al lavatesta. Io mi aspetto che mi chiami a voce, ma quello si sbraccia sempre più. Non parla una parola di italiano. -Posso usare il mio shampoo? - gli dico. -Sì, vuoi tichetta? 
Mi sta chiedendo se voglio lasciare lì i miei prodotti per la prossima volta. Davanti a me un armadio si shampi fructis lasciati lì dalle altri clienti.
-Balsamo?
Ovviamente non l'ho portato. Non avrei potuto sostenere la balla dei parabeni, col mio shampoo Fructis. - Mmmm, no. Non lo metto mai....

Mi manda alla postazione. Nenache la ragazza che mi pettina parla molto italiano. 
- Lisi? 
- Sì lisci.
- Piastla?
- No no,la piastra no, per carità! Sai...mmm. perdo di volume....
Mi asciuga con la spazzola, tenendo il phon non dal manico ma poco sopra il bocchettone. Ma non si brucia? Forse no, perchè quando non le serve, il phon se lo appoggia sulla spalla, acceso. 
In pochi minuti, ha fatto. Diventa matta per lisciarmi la ciocca davanti. Poveretta, la capisco. Per di più non mi sono neanche fatta mettere il balsamo... 
- Ti plego, qui piastla! - Ma sì che sarà mai. E passamela sta piastra, ma solo lì.
Mi dice qualcosa in cinese. Io sorrido. Poi dice - Oli?
E mo' che è sto oli? Mi mostra un flacone trasparente. Sarà il fissante. - No no grazie! 
Forse vede il terrore da olio di bisnonno cinese nei miei occhi, ma non gliene frega niente. Mi guarda nello specchio e sorride.

6 euro, 10 minuti netti. Ho fatto così in fretta che posso usare il biglietto dell'andata anche per il ritorno. E ho dei capelli più che decenti. Certe volte sono uscita da certi parrucchieri con dei capelli sconvolti, dopo aver speso 23 euro, perchè una spruzzata di lacca te la fanno pagare a parte.

Ma.
Ma voglio davvero contribuire al collasso del sistema imprenditoriale italiano scegliendo un parrucchiere cinese? Dove la mettiamo la concorrenza sleale, la globalizzazione e tutte quelle cose che al lavoro passo il tempo ad analizzare?
Certo che potremmo vedere la cosa i un'altra maniera. In fondo, è come prendere un volo di Ryanair. Solo prodotti core, niente servizi aggiuntivi. Niente chiacchiere dal parrucchiere. Riviste patinate, luci soffuse, maschere all'olio di cocco. Ti faccio la piega e via. Devi andare da Roma a Londra? Niente bagaglio e niente pranzo. Devi andare a Tokyo? Forse la prima classe Alitalia è quello che fa per te. Devi fare una piega al volo? Ti offriamo un servizio veloce e abbastanza buono, a una cifra ridicola. Devi fare il taglio della tua vita perchè sposi il principe William? Vieni da Aldo Coppola e stai serena.

Non lo so. Non lo so se ci tornerò dal parrucchiere cinese. Però oggi sono contenta.

3 commenti:

  1. io di parrucchieri ne hogirati tanti.... ogni volta ne esco devastata.... non è che abbia un buon rapporto..... forse dovrei tentare i parrucchieri cinesi rapidi e indolori

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  2. Ti ho letta tutta d'un fiato, e non mi capita con molti blogger, di solito mi annoio a metà strada.
    Brava! Scrivi bene, continua così! ;-)

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